La frattura dell’epifisi distale del radio è uno degli eventi più diffusi nella traumatologia moderna e trova un picco di incidenza tra gli uomini sotto i 30 anni e nelle donne sopra i 60 anni con osteoporosi. La gestione di questi casi non trova in letteratura una uniformità di comportamento, anche se dal punto di vista chirurgico, l’approccio con placca e viti a stabilità angolare con accesso volare trova ormai un utilizzo diffuso, avvalorato da numerosi studi scientifici. La riabilitazione viene senz’altro facilitata dall’indicazione alla mobilizzazione precoce capace di ridurre gli effetti collaterali.
Nel periodo di Ottobre 2014-Aprile 2016, per un follow-up totale di 34 mesi, abbiamo arruolato in totale 90 pazienti con frattura di polso tipo I, II, III e IV secondo la classificazione di Fernandez escludendo dal nostro studio le fratture di tipo V. 30 pazienti trattati con tecnica ORIF e impiego di placca volare e 30 con sintesi percutanea con fili di K. Inoltre questo gruppo di pazienti è stato messo a confronto con un gruppo di 30 pazienti trattati incruentamente con apparecchio gessato. Abbiamo rivalutato tutti i pazienti a 3, 6 mesi e un anno dal trattamento con esami strumentali e schede di valutazione MAYO WRIST SCORE, DASH SCORE. Su un totale di 90 pazienti, 27 trattati con tecnica ORIF e 7 trattati con fili di K hanno avuto una ottimale ripresa della mobilità del polso (90-100 MAYO WRIST SCORE e DASH 5, 7), 23 trattati con ORIF e 2 con fili di K hanno evidenziato soddisfacente ripresa funzionale (80-70 MAYO WRIST SCORE e DASH 6), 1 è stato sottoposto ad ulteriore intervento;10 trattati in gesso hanno avuto ripresa funzionale ottimi (90 MAYO WRIST SCORE, DASH 12, 5), 12 discreti, 8 rigidità dei movimenti e con risultati pari a 50 MAYO WRIST SCORE e DASH 18.
L’approccio con placca e viti a stabilità angolare con accesso volare trova un utilizzo diffuso avvalorato da numerosi studi scientifici. Dal punto di vista riabilitativo è ormai affermata la scelta della mobilizzazione precoce, che mira a ridurre i possibili effetti collaterali legati a queste problematiche: quali l’osteoartrosi secondaria, edema, deficit funzionale, neuropatie, rigidità delle dita. Nella nostra casistica il trattamento con placca e viti ha dimostrato essere più efficace e soddisfacente rispetto alle altre tecniche menzionate. Numerosi articoli scientifici suggeriscono questo trattamento con alta percentuale di buoni risultati per tutte le fratture di polso. Indubbiamente i risultati con placca sono soddisfacenti ma il nostro studio conferma come il trattamento con fili percutanei sia ancora attuale in quanto in grado di assicurare buoni risultati. Riserviamo il trattamento incruento in casi scelti in base alle richieste funzionali e qualità dell’osso.