Gli autori riportano la loro esperienza in una pseudoartrosi di frattura dell’estremo prossimale dell’omero di un paziente di 62 anni trattata inizialmente con placca a stabilità angolare che a causa della mancata consolidazione della frattura determinava una marcata limitazione funzionale a 5 mesi con abduzione a 90° ed elevazione a 70° e persistente dolore durante le attività quotidiane. Il mezzo di sintesi si è successivamente mobilizzato rendendo necessario un ulteriore trattamento di rimozione dell’impianto, innesto di perone libero omologo all’interno del canale midollare e nella testa omerale, cellule staminali prelevate dalla cresta iliaca, stabilizzando il tutto con placca a stabilità angolare lunga.