Introduzione. La tenidinopatia cronica dell’1/3 medio del tendine d’Achille è oggi problematica spesso invalidante in ambito sportivo professionistico e amatoriale. Il trattamento chirurgico, che è da considerarsi al perdurare della sintomatologia oltre 6 mesi di trattamento conservativo, costituisce una concreta risoluzione a tale problematica e si pone come fine ultimo quello di migliorare l’apporto ematico a livello del tessuto degenerato per indurne una pronta guarigione e una rapida ripresa funzionale.
L’obiettivo di questo studio retrospettivo è di mettere a confronto 2 metodologie di chirurgia “open”: un’innovativa tecnica consistente nel trasferimento di alcune fibre del muscolo soleo dentro la porzione tendinosica dell’achilleo la fine di migliorarne l’apporto ematico; con una delle tecniche storicamente più utilizzate che prevede l’esecuzione di scarificazioni longitudinali multiple.
Materiali e metodi. Dal 2006 al 2015 62 atleti professionisti e amatoriali affetti da tendinopatia cronica dell’1/3 medio dell’achilleo sono sottoposti ad intervento chirurgico cosi suddivisi:
24 pazienti a tenotomie longitudinali (scarificazione) e 38 a transfer del soleo. Tutti i pazienti sono stati rivalutati in modo retrospettivo a distanza di 6 mesi e poi al follow-up finale medio di 86 mesi.
Gli out-come clinici utilizzati sono stati valutati mediante l’impiego dell’American Orthopaedic Foot and Ankle Society (AOFAS) score e del Victorian Institute of Sports Assessment-Achilles (VISA-A) score. È stato anche preso in considerazione il periodo di tempo necessario per il ritorno alla corsa.
Risultati. I pazienti sottoposti a transfer del soleo hanno registrato un incremento più rapido dell’AOFAS e del VISA-A score specie entro i primi 6 mesi di follow-up (rispettivamente 96,2 ± 4,4 e 95,8 ± 5,3).
In questo gruppo i pazienti hanno anche richiesto minor tempo per ritornare a correre (98,9 ± 17,4 giorni) se comparati con il gruppo di pazienti sottoposti alle scarificazioni longitudinali (122,2 ± 26,3 giorni).
Conclusione. I dati ottenuti dal nostro studio dimostrano come, se pur a parità di out-come a medio termine, i pazienti sottoposti a tecnica chirurgica di transfer di fibre del muscolo soleo abbiano avuto un recupero più rapido, specie nei primi 6 mesi di follow-up, rispetto ai pazienti appartenenti al secondo gruppo (sottoposti cioè a scarificazioni tendinee).
I nostri risultati suggeriscono pertanto che l’impiego del transfer di soleo nel trattamento della tendinopatia cronica dell’1/3 medio dell’Achilleo sia una tecnica chirurgica sicura e vantaggiosa anche quando impiegata in atleti di alto livello