La vitamina D ha un’azione pleiotropica nell’organismo umano, ma il suo ruolo principe è il mantenimento dell’omeostasi del calcio e del fosfato.
L’ipovitaminosi D è epidemica in varie regioni del mondo, indipendentemente da latitudine, sesso ed etnia, soprattutto nella popolazione anziana. Essa è associata a un aumentato rischio di sviluppare l’osteoporosi o osteomalacia, condizioni che predispongono a un alto rischio di incorrere in fratture da fragilità. Il calcifediolo svolge un ruolo cruciale nel ripristinare e mantenere i valori sierici di vitamina D e, se confrontato con il colecalciferolo, in diversi studi recenti ha mostrato migliori risultati e un minor rischio di tossicità; inoltre, mediante diverse schemi di trattamento, permette una migliore aderenza al piano terapeutico.