<p><strong>Riassunto</strong></p>
<p>Scopo del presente lavoro è stato quello di rivedere i casi complessi di pazienti sottoposti a trattamento chirurgico con artroprotesi di ginocchio presso la Clinica Ortopedia dell’Università di Padova e di confrontarne i risultati con la letteratura. I casi presi in esame rappresentano il 19 % delle protesi di ginocchio Optetrak ® impiantate in cinque anni tra il 2003 e il 2008. Abbiamo valutato clinicamente 16 pazienti mediante esame clinico radiografico e l’assegnazione di un punteggio seguendo gli score dalla scheda dell’HSS (Knee Score dell’Hospital for Special Surgery di New York), estrapolando i parametri di QoL dei singoli pazienti e chiedendo loro di esprimere un giudizio personale sul risultato ottenuto (Sentiment). Radiograficamente sono stati presi in esame i paramenti della scheda KSS mediante radiogrammi standard in proiezioni AP ed LL e quando disponibili, le proiezioni per rotula a 45° 1, tralasciando gli angoli gamma e sigma perché vincolati dal tipo di impianto protesico. Le indicazioni chirurgiche del gruppo studiato sono state poste in 2 casi per fratture post traumatiche, 2 casi per fratture periprotesiche, 4 pazienti per mobilizzazione asettica e 7 casi per mobilizzazione settica del primo impianto. In un caso per risolvere un’anchilosi post traumatica. I risultati ottenuti nei casi oggetti dello studio (5 M-11 F) con un età media di 61 aa. (29-84 aa. min/max), con un follow up medio di 46 mesi (18-54 min/max) e un BMI medio di 34,2 per gli uomini e 27, 4 per le donne, hanno evidenziato per 9 pazienti un punteggio medio di 76 ritenuto “buono” in base ai parametri KSS, sufficiente per quanto riguarda la QoL (SF36) e in linea con le proprie aspettative rispetto al giudizio personale espresso. Lo studio ha evidenziato la difficoltà oggettive nel pianificare preoperatoriamente le perdite di sostanza ossea pur essendo il nostro un centro di riferimento con a disposizione uno strumentario completo e all’avanguardia negli anni studiati; i fallimenti più significativi li abbiamo riscontrati nelle mobilizzazione settiche sino a quando non si è scelta una linea guida comune che è ricaduta sulla tecnica two stage e nelle complicanze dovute all’elevato BMI dei pazienti con conseguente minor compliance riabilitativa e un usura precoce delle componenti sottoposte al carico; inoltre segnaliamo nella nostra esperienza che l’anemizzazione post operatoria è risultata una costante nonostante l’uso del tourniquet, pertanto è consigliabile l’autodonazione quando possibile, la possibilità di ricorrere alla stimolazione con eritropietina nella preparazione all’intervento e comunque ottenere un valore Hb di 13 g/dl prima dell’intervento con approccio complesso come i casi selezionati in questo studio. In definitiva il sistema protesico Optetrak ha soddisfatto in tutti i casi le scelte chirurgiche intraoperatorie anche grazie alle capacità di adattamento sia degli strumenti a disposizione rispetto all’operatore che viceversa e i risultati ottenuti sono sovrapponibili a quelli consultati in letteratura.</p>
<p><strong>Summary</strong></p>
<p>The purpose of this study is to review complex cases of patients treated with knee replacement surgery at the Orthopaedic and Trauma Clinic of the University of Padua and to compare the results with the literature. The cases examined represent 19% of the Optetrak ® knee prosthesis implanted in five years, between 2003 and 2008. We clinically evaluated 16 patients by clinical examination and by the assignment of a score following the HSS system (Knee Score Hospital for Special Surgery in New York). Moreover, the parameters of QOL of the individual patients were extrapolated and the patients were asked to express a personal evaluaiton on the result (Sentiment). Radiographs were examined through KSS card standard radiographs in AP and LL projections. When available, projections for patella at 45° were investigated, with fixed angles gamma and sigma due to the type of prosthesis. The surgical indications of the group were the following: 2 cases for post traumatic fractures, 2 cases for periprosthetic fractures, 4 patients for aseptic loosening and 7 cases for septic loosening of the first plant. Finally, a posttraumatic ankylosis resolution was considered. The group is composed as follows: 5 M-11 F; mean age: 61, (29-84 min / max); mean follow-up: 46 months (18-54 min/max); average BMI: 34.2 for men and 27,4 for women. In a subset of 9 patients an average score of 76, considered “good” according to the KSS parameters, was obtained. This score is sufficient with respect to QoL (SF36) and in line with the expectations from the personal evaluations. The study has highlighted the objective difficulties in the pre-operative estimate of bone loss, even though our centre has been through the years at the forefront of the developments in this field and possesses state-of-the-art equipment. The most significant failures occurred for septic loosening, however a definitive adoption of the two-stage technique has led to improvements in this direction. We have also encountered complications due to the high BMI of the patients, resulting in a lower rehabilitative compliance and a premature wear of the components subjected to loading. We point out that, in our experience post-surgery anaemia has always occurred despite the use of tourniquet; we therefore recommend self-blood donation when possible or the stimulation with erythropoietin in preparation for the surgery. Either way, the key goal in complex cases such as those selected in this study, is to obtain a value of Hb 13 g/dl prior to the surgery. In conclusion, the prosthetic system Optetrak, in conjunction with the flexibility of both the instruments used and the operators, is in all cases to be considered satisfactory for the intraoperative surgical choices. The results obtained are comparable to those reported in the literature. </p>