La sostituzione totale dell’anca non cementata con accoppiamento in ceramica-ceramica nelle coxartrosi conseguenti a fratture acetabolari risulta tecnicamente impegnativa per via delle alterazioni anatomiche, dei rischi settici e della presenza di pregressi mezzi di sintesi. Gli Autori descrivono una casistica di 90 pazienti trattati con un impianto modulare non cementato con accoppiamento ceramica-ceramica. L’età media dei pazienti al momento della sostituzione protesica era 47 anni: 67 casi erano stati precedentemente operati per la frattura acetabolare. Tutti i pazienti sono stati valutati preoperatoriamente con TAC e una simulazione con software HipOp, per selezionare l’impianto e identificare i mezzi di sintesi da rimuovere. Una rimozione selettiva dei mezzi di sintesi è stata eseguita in 17 casi (19%). A un follow-up medio di 88 mesi, sono stati registrati 5 fallimenti (2 rotture del collo, 2 mobilizzazioni asettiche dello stelo, una frattura periprotesica). L’Harris Hip Score medio era di 83. Si sono verificati solo una lussazione e una complicazione settica. La protesi totale dell’anca non cementata in ceramica-ceramica nella coxartrosi post-frattura acetabolare può fornire risultati duraturi ed efficaci, sebbene ci si debba aspettare un più alto tasso di complicanze e revisioni rispetto a protesi primarie in casi convenzionali.