Un adeguato controllo del dolore post-operatorio rappresenta un fattore chiave per ridurre le complicanze post-operatorie e accelerare il recupero funzionale del paziente. Ad oggi, il trattamento del dolore post-operatorio rappresenta una sfida aperta: dati di letteratura indicano infatti che l’86% dei pazienti riportano dolore moderato-severo anche dopo le dimissioni ospedaliere.
A distanza di trent’anni dalla sua elaborazione, numerosi studi hanno messo in luce i punti deboli della scala analgesica a tre gradini proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e portato diverse società scientifiche (ESMO, EAPC, AIOM) a suggerire uno schema a due gradini: accanto alla raccomandazione di limitare i farmaci del I gradino (paracetamolo, FANS, Coxib) solo a trattamenti di breve durata, questo schema suggerisce di utilizzare gli oppiacei forti (III gradino) a basse dosi in alternativa agli oppiacei deboli (II gradino). Nonostante tali raccomandazioni, l’impiego degli oppiacei forti rimane ancora limitato, soprattutto nel trattamento del dolore post-chirurgico, come evidenziato dalla Orthopedic Instant Pain Survey del 2014.
Recenti evidenze dimostrano l’efficacia dell’associazione ossicodone-naloxone nel controllare il dolore post-operatorio e nel facilitare il recupero funzionale a seguito di interventi di artroprotesi totale di ginocchio e d’anca e di correzione dell’alluce valgo. L’efficacia analgesica si accompagna ad un buon profilo di sicurezza e tollerabilità, in particolare gastrointestinale. Nell’insieme, questi dati aprono la strada a un più appropriato trattamento del dolore in un ambito caratterizzato da una gestione terapeutica sub-ottimale.