Un’indagine epidemiologica condotta in diversi paesi europei ha evidenziato che nella popolazione adulta l’apparato muscolo-scheletrico è di gran lunga la localizzazione più comune di dolore, sia esso conseguente a eventi traumatici che a patologie di tipo cronico. La presenza di questo disturbo si traduce spesso in una disabilità rilevante, con la compromissione parziale o completa di semplici attività quotidiane quali dormire, lavorare o guidare. L’artrosi presenta peculiarità specifiche a seconda del distretto colpito, ma è in generale una malattia degenerativa cronica in cui si sovrappongono episodi ricorrenti di infiammazione, che sono causa di accessi dolorosi acuti e rappresentano un meccanismo lesivo addizionale per l’articolazione. In queste fasi la somministrazione di FANS è essenziale. Alcuni FANS, in particolare quelli appartenenti alla famiglia degli acidi arilpropionici come l’ibuprofene, sono utilizzati in forma racemica, cioè come miscela dei due enantiomeri R(-)- e S(+)-, sebbene numerosi studi farmacologici abbiano dimostrato che la gran parte, se non tutte, le proprietà farmacologiche risiedano in uno solo dei due enantiomeri. È questo il caso del dexibuprofene, l’enantiomero S(+)- dell’ibuprofene. Nel presente articolo descriveremo le caratteristiche farmacologiche del dexibuprofene e i vantaggi del suo impiego terapeutico nel dolore osteoarticolare.