Viene sovente criticato il basso livello d’evidenza degli studi clinici in chirurgia. A sostegno di queste critiche vengono citati risultati contrastanti tra diverse pubblicazioni. Il fatto potrebbe essere dovuto a differenti livelli di qualità tecnica degli atti chirurgici descritti. Il risultato finale di un trattamento chirurgico dipende fortemente dalla manualità, molto variabile da un chirurgo all’altro. Tutto ciò vale sia per semplici studi osservazionali, tutt’ora importanti, che per studi prospettici randomizzati (SPR). Il problema maggiore degli SPR in chirurgia è quindi la disomogeneità della qualità tecnica nei diversi casi inclusi negli studi. Retrospettivamente non è possibile valutare l’atto tecnico per mancanza di immagini dettagliate di tutte le fasi dell’intervento. I rapporti scritti (descrizione dell’intervento in cartella clinica) sono quasi sempre insufficienti per la valutazione della qualità tecnica e, talvolta, non contengono tutti i dettagli importanti dell’atto chirurgico. Solo una documentazione fotografica dettagliata e completa di un intervento, includendo eventuali eventi avversi, permette una tale valutazione successiva. L’analisi della documentazione fotografica sovente ci spiega le cause di complicazioni, oltre a rappresentare una fonte preziosa di apprendimento. Un ulteriore insegnamento può provenire dall’analisi di eventuali differenze tra il piano preoperatorio ed il risultato ottenuto. Una documentazione sequenziale e completa con immagini chiare e dettagliate potrebbe diminuire la disomogeneità tecnica e migliorare la qualità degli SPR in chirurgia, passando ad una “evidence based surgery” (EBS).