Riassunto
Background
L’inchiodamento endomidollare rappresenta attualmente il trattamento di scelta per la riduzione e la sintesi delle fratture diafisarie chiuse di femore e tibia che necessitano di trattamento chirurgico.
Obiettivi
Abbiamo valutato retrospettivamente i risultati a distanza del trattamento con chiodo endomidollare di Küntscher, Endovis long-nail, T2 per le fratture di femore e T2 per le fratture di tibia valutando i difetti di consolidazione “ad axim” e “ad longitudinem”, presso la Sezione di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Universitario “G. Martino” di Messina durante l’arco di tempo compreso tra gennaio 2000 e ottobre 2006.
Metodi
Abbiamo valutato 49 pazienti con pregresse fratture di femore e tibia trattate con chiodo endomidollare. I pazienti sono stati valutati nel post-operatorio, a distanza di 3 mesi, di 6 mesi e dopo la rimozione dei mezzi di sintesi, seguendo criteri clinici e radiografici.
Risultati
La nostra esperienza ha evidenziato dei buoni risultati. Abbiamo documentato una deviazione in varo in 2 pazienti con pregressa frattura di tibia ed una ipometria in 3 pazienti con pregressa frattura di femore e in 2 pazienti con pregressa frattura di tibia. Nessuna alterazione per quanto concerne l’extra o l’intrarotazione.
Conclusioni
Possiamo ritenere che l’utilizzo del chiodo endomidollare nelle fratture diafisarie chiuse di femore e tibia garantisca ottimi risultati considerando la guarigione della frattura sia in termini di formazione del callo osseo sia perché permette una precoce mobilizzazione dell’arto. Tuttavia, è ferma convinzione degli autori che i vizi di consolidazione “ad longitudinem” e “ad axim” nelle fratture diafisarie di femore e tibia può essere evitato solo con un preciso planning pre- e intra-operatorio.
Summary
At present intramedullary nailing represents the treatment of choice for femoral and tibial shaft fractures that need a surgical treatment.
Objectives
We evaluated longer effects of intramedullary Küntscher, Endovis long e T2 nailing for femoral fractures and intramedullary T2 for tibial fractures, by observing the frequency of shortening and angular malalignment. We studied all consecutive interlocking nailings performed in the period from January 2000 to October 2006.
Methods
We studied 49 patients with femoral and tibial fractures treated with intramedullary nail. Patients were evaluated clinicaly and radiographicaly after surgery, after three and six months and after removal of nail fixation.
Results
Good results were observed in this experience. Angular malalignment could be apreciated in only two patients with tibial fracture and shortening in only three patients with femural fracture and in two patients with tibial fracture. No defects due to consolidation in intra or extra-rotation were observed.
Conclusions
Authors believe that intra-medullary nails assure good longer results in the treatment of femoral and tibial fractures, valuating the healing of fractures in terms of callus formation and early joint motion. However shortening and angular malalignment in femoral and tibial shaft fractures can be avoided only with a precise pre- and intra-operative planning.