Lettera di un amico
Un saluto al Prof. Luigi Romanini.
Stamane, alle 5 del mattino, è mancato Gino Romanini.
Ho perso un Amico, più che un Collega. Saluto l’Amico e il Collega, ricordando le sue virtù e i suoi pregi di Uomo. Dei suoi grandi meriti professionali riferiranno i suoi Allievi, ne ha avuti tanti, li ha seguiti e li ha portati avanti nelle posizioni migliori.
Gino l’Amico, Gino Uomo di cultura profonda, sempre a disposizione di chi avesse bisogno, sempre pronto a donare un aiuto sincero, anche se nella sua vita non c’è mai stato un momento di tranquillità.
Lo ricordo nelle nostre serate estive nella “vecchia” Roma, che Gino amava molto. Le nostre famiglie erano lontane, insieme in vacanza (i nostri figli sono cresciuti insieme e ancora adesso sono come fratelli), una cena frugale a Trastevere e poi una puntatina all’ippodromo di Tor di Valle.
Ricordo le simpaticissime serate con tanti Amici a casa di Gino, accolti come solo Stefania sapeva fare, fedele e affezionatissima compagna di tutta la vita: Gino ci allietava cantando magistralmente, accompagnato dalla chitarra di Totò Urso, il radiologo della Clinica, grande musicista.
Ricordo Gino che “perdeva” giornate intere per consultare antichi testi per seguire il suo amore per la Storia della Medicina.
L’ultimo ricordo, molto speciale: un lungo confronto a casa sua, raccontandoci delle rispettive esperienze al Monastero di Bose, un’occasione per parlare della nostra “interiorità” o “spiritualità”, perché anche questo è Gino.
Sono indimenticabili il carattere, la generosità, il suo essere a disposizione di tutti, l’impegno nel portare a termine i suoi doveri, anche se talvolta erano particolarmente gravosi.
Caro Gino, io ti lascio con la certezza di rintracciarti e di poter passare ancora delle giornate in tua compagnia, perché ho avuto sempre da imparare da te.
A Emilio e Luisa tutto il mio abbraccio.