L’osteoporosi sta diventando un problema sociale sempre più importante e per questo motivo negli anni sono stati sviluppati numerosi farmaci antifratturativi per il trattamento di tale patologia. Scopo principale degli studi finora condotti è stato quello di identificare la migliore formulazione farmacologica da utilizzare al fine di migliorare l’aderenza terapeutica nel trattamento dell’osteoporosi. L’alendronato è stata la prima molecola ad essere registrata con azione anti-fratturativa ed è ancora oggi il farmaco più prescritto al mondo. La compliance al trattamento con quest’ultimo da parte del paziente osteoporotico è ancora il maggior problema, confermato dagli studi che dimostrano come circa il 50-60% interrompe il trattamento entro un anno. Le patologie del tratto gastroenterico superiore sono tra le comorbilità più frequenti nei pazienti anziani osteoporotici e gli effetti collaterali legati all’assunzione dei farmaci associati sono un ulteriore ostacolo alla aderenza. Dati di letteratura confermano che la compliance farmacologica riguardo i bifosfonati risulta essere approssimativamente tra il 30 e il 70%. La maggiore percentuale di adesione alla terapia antiosteoporotica potrebbe essere legata alla recente formulazione orale dei bifosfonati per la semplicità nella somministrazione, gradevole sapore e provata riduzione nella capacità di provocare eventi avversi gastrolesivi.