Riassunto
Obiettivi
Valutare la qualità della vita del paziente anziano operato per frattura del femore prossimale, capire quali siano le esigenze e i problemi che questi pazienti, e la loro famiglia, si trovano ad affrontare al domicilio, offrire continuità assistenziale e promuovere un utilizzo più appropriato delle risorse sociosanitarie.
Metodi
Dall’ottobre 2006 a Ferrara, si è svolta una sperimentazione attraverso la quale si è creato un “ricovero virtuale” dei pazienti ultrasettantenni dimessi al domicilio dopo trattamento chirurgico per frattura del femore prossimale. Attraverso un numero di randomizzazione i pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo (73) è stato seguito e monitorato telefonicamente da operatori di un call-center (Cup2000 appartenente all’AUSL di Ferrara) settimanalmente, e dallo specialista ortopedico ad un follow-up di 1, 3, 6, 12 mesi; il secondo (84) solo dal medico a 6 e 12 mesi. Ad entrambi i gruppi, al follow-up, è stata sottoposta una scheda orto geriatrica comprendente ADL, IADL e un test di valutazione funzionale.
Risultati
Molto positivi e soddisfacenti in entrambi i gruppi e a favore di quello monitorato, che risulta avere raggiunto una qualità della vita migliore.
Conclusioni
Poter garantire un’assistenza domiciliare post ricovero in pazienti anziani operati per frattura del femore prossimale, offre un vantaggio per i pazienti stessi che continuano a essere assistiti e all’ospedale di aumentare la dimissibilità e ridurre i giorni di degenza.
Summary
Objectives
Evaluating life quality of elderly patients who underwent surgery due to proximal femoral bone fracture; understanding needs and difficulties that this kind of patients and their family have to deal with at home; providing constant assistance and encouraging a more appropriate use of socio-sanitary resources.
Methods
Since October 2006, an experimentation has taken place in Ferrara to create a “virtual hospitalization” of over seventy year old-patients discharged after surgical treatment of proximal femoral fracture. Patients have been divided, by means of a randomisation number, into two groups: the first (73 patients) has been telephonically and on a weekly basis assisted and monitored by call centre operators (Cup2000 belonging to Ferrara Local Health Unit) as well as by an orthopaedic specialist through a 1, 3, 6, 12 month follow-up; the second (84 patients) has been assisted only by the specialist on a 6 and 12 months basis. An orthogeriatric form including ADL, IADL and a functional evaluation test have been submitted to both the groups at follow-up.
Results
Very positive and satisfying for both the groups and favourable for the monitored one, which turns out to have achieved a better life quality.
Conclusions
Being able to provide domiciliary assistance to elderly discharged patients who underwent surgery due to proximal femoral fracture is advantageous to either patients being constantly assisted and also to the hospital to increase discharges and shorten hospital stays.