Introduzione. La protesi inversa di spalla rappresenta una valida opzione terapeutica per il trattamento della artropatia da lesione massiva della cuffia dei rotatori (cuff tear arthropathy, CTA). Le protesi che si rifanno al design di Grammont presentano due limiti a lungo termine: la comparsa del notching scapolare e il deficit di extrarotazione. L’adozione di protesi in grado di lateralizzare sia la componente omerale che quella glenoidea sembrerebbe in grado di ridurre tali complicanze. Resta tuttavia da definire quale sia il corretto management del sottoscapolare nelle protesi con componenti lateralizzate. Scopo di questo studio è mettere a confronto i risultati clinici e funzionali di due popolazioni di pazienti sottoposti ad impianto di protesi inversa di spalla a doppia lateralizzazione delle componenti, con e senza la sutura del sottoscapolare.
Materiali e metodi. È stato condotto uno studio retrospettivo con pazienti arruolati prospetticamente su 114 soggetti sottoposti a protesi inversa di spalla. Un solo operatore ha eseguito tutti gli interventi chirurgici, con impianto di protesi Aequalis AscendTM Flex (Tornier, Montbonnot, Francia). Sono stati inclusi nello studio 58 pazienti con sottoscapolare suturato (gruppo S) e 56 non suturato (gruppo NS). La valutazione pre e postoperatoria è stata eseguita mediante Constant score, scala VAS per il dolore e misurazione dell’arco di movimento in 5 posizioni. Il follow-up minimo è stato di 6 mesi, quello medio di 26,29 mesi.
Risultati. In tutti i pazienti è stato registrato un miglioramento clinico e funzionale all’ultimo follow-up statisticamente significativo rispetto ai valori preoperatori, sia per quanto riguarda la funzionalità articolare che il dolore. Il nostro studio ha evidenziato una differenza statisticamente significativa nell’intrarotazione (gruppo S) e nella abduzione (gruppo NS) della spalla operata all’ultimo follow-up.
Conclusioni. Buoni risultati clinici e funzionali sono stati ottenuti con l’impianto di rTSA a doppia componente lateralizzata per il trattamento della CTA, indipendentemente dalla sutura o meno del sottoscapolare. Sono state registrate differenze statisticamente significative tra i due gruppi, esclusivamente per quanto riguarda alcuni aspetti del ROM postoperatorio.