Dal cilindro pieno di cultura di Ettore Campailla – decano della nostra Ortopedia – poteva uscire di tutto: una raccolta di resoconti e immagini dei viaggi in giro per il mondo, un trattato sulla moda e sull’arte, un saggio sulla psicologia nella evoluzione della medicina. Di tutto! Come una delle tante magie nelle mani di un prestigiatore, da quella preziosa riserva è stata tirata fuori persino una pubblicazione storico-iconografica su un antico castello; opera originalissima e di grande valore, dove conoscenze e passioni dell’autore sembra abbiano trovato il luogo ideale per un incontro.
Scegliere di mettere in vetrina “Il Castello di Duino, mille anni di storia” tra i venti e più libri mandati in stampa dal prof. Campailla nel suo curriculum editoriale hobbistico – lungo quanto quello professionale – non è stata impresa facile, e neanche simpatica. Titoli come “La mia New York”, “La mano dell’uomo”, “Insolite signore: la donna che lavora”, “Marcel Proust e la Medicina”, avrebbero potuto attirare altrettanta curiosità e godere di analoga considerazione. Ma si sa, il castello ha sempre un incanto particolare, quell’aria di mistero che invita a entrarci dentro, per scoprirne bellezze e segreti.
Gli interessi culturali facevano già parte del corredo ereditario di Ettore Campailla, nato a Ferrara 84 anni fa, discendente da una nobile dinastia siciliana, che fin dal lontano 1400 aveva annoverato letterati, filosofi, avvocati e medici, fino a papà Giuseppe, psichiatra nella città emiliana, e poi preside della facoltà di Medicina della Università di Trieste. Città che il nostro ortopedico-scrittore ha adottato – non per niente ne ha esaltato le virtù architettoniche nei suoi libri –, nonostante l’iter della sua carriera specialistica abbia toccato, oltre alla stessa Trieste, anche Padova, Sassari, Parma e infine Udine, dove ha fondato nel 1990 (e diretto fino al 2006) la locale Clinica Ortopedica. Lungo questa strada, ha avuto la fortuna di seguire maestri come Calogero Casuccio e Ferdinando Vigliani, che con la loro formazione intellettuale hanno alimentato quel suo patrimonio genetico, a parte gli insegnamenti in campo specialistico.
Il Castello di Duino è stato l’ennesimo omaggio di Campailla alla città giuliana. “Imponentemente arroccato su un alto scoglio di roccia carsica”, “stupendamente proteso a picco sul mare”, “al culmine dell’ampia curva che chiude a ovest il golfo di Trieste”, la fortezza ha mantenuto intatto il suo fascino nei suoi quasi mille anni di vita. L’album fotografico e il testo del racconto – che discretamente si insinua tra le suggestive immagini – guidano il lettore in un piacevole percorso di visita virtuale. Gli angoli paesaggistici mozzafiato, i colori della fitta vegetazione, le mura possenti, la raffinatezza degli interni e dei preziosi arredi: sfogliando le pagine, si riesce proprio a cogliere il bello in ogni sfumatura, come se ci si trovasse là, a passeggiare tra vialetti e stanze, mentre lui, il prof. Campailla, ti fa da guida con la sua eleganza di linguaggio e il suo caldo timbro di voce.
I primi a meravigliarsi di tanta abilità descrittiva sono stati i Principi della Torre e Tasso, proprietari eredi, ancora dimoranti in un’ala dell’imponente edificio; mai avrebbero potuto immaginare che fosse addirittura un chirurgo ortopedico a divulgare – nella maniera più accurata ed esauriente – la storia e la magnificenza del loro castello, peraltro già da anni aperto al pubblico per visite e organizzazione di eventi.
(Ettore Campailla, “Il Castello di Duino, mille anni di storia”, Edizioni Fenice Trieste; in vendita su siti online e librerie specializzate)