L’algodistrofia, oggi definita Complex Regional Pain Syndrome, è malattia caratterizzata da un’intensa sintomatologia dolorosa, da alterazioni sensitive e vasomotorie, edema e deficit funzionale. Importanti acquisizioni sono state recentemente ottenute circa i meccanismi patogenetici di malattia. L’increzione locale di neuropeptidi proinfiammatori e di alcune citochine potrebbe essere l’evento che innesca e mantiene la malattia, causando iperalgesia e allodinia. Successivamente, l’alterata permeabilità capillare, l’edema interstiziale e la conseguente ipossia e acidosi locale potrebbero costituire le successive dinamiche patogenetiche. La diagnosi tempestiva e il conseguente precoce inizio del trattamento costituiscono i presupposti fondamentali per ottenere i migliori risultati terapeutici. La localizzazione al piede, la fisioterapia prescritta in assenza di una precisa diagnosi e una malattia con un’espressività clinica contenuta, rappresentano variabili in grado di ritardare la corretta diagnosi. Le opzioni terapeutiche più attuali fanno riferimento alla somministrazione di Bisfosfonati a dosaggio elevato. L’elevata concentrazione locale di questi farmaci consente un rapido controllo della sintomatologia dolorosa e un effetto antiflogistico, interrompendo un metabolismo anaerobio, l’acidosi locale e l’increzione locale di neuromediatori. Neridronato somministrato per via endovenosa è la molecola che negli ultimi anni ha raccolto le più convincenti evidenze di efficacia e dal 2014 rappresenta l’unica terapia che possiede la specifica indicazione. Recentemente è stato possibile osservare un’analoga efficacia del farmaco somministrato per via intramuscolare. Tali riscontri accreditano i Bisfosfonati quale miglior strategia terapeutica nel trattamento dell’Algodistrofia quando tuttavia vengano impiegati molecole e schemi terapeutici adeguati.