Introduzione. Lo scopo di questo studio è quello di valutare in maniera prospettica a 12 mesi di follow-up una serie di pazienti con fratture dell’omero prossimale a 3 parti secondo Neer trattate nel nostro ospedale con un sistema di fissazione esterno dedicato.
Materiali e metodi. 48 pazienti sono stati arruolati nello studio tra il 2013 e il 2018. 37 (77%) sono donne e 11 (23%) uomini con un’età media pari a 70,92 anni. Sono stati raccolti dati sulla classificazione delle fratture, la durata della degenza ospedaliera, il tempo chirurgico e il tempo medio di mantenimento del fissatore esterno. Lo stato di salute preoperatorio di ciascun paziente è stato valutato in accordo con il Charlson Comorbidity Index (CCI). Ogni paziente è stato contattato per una rivalutazione clinica utilizzando i principali score: Constant, Quick Dash, VAS e UCLA score.
Risultati. 46 pazienti sono giunti al follow-up finale. Di questi pazienti la media di angolo cervico-diafisario è stata di 145,7° (DS ± 27,81°) e di 132,6° (DS ± 16,31°) rispettivamente al tempo della fratture e al follow-up a 12 mesi. La media del Quick-DASH è stata di 8,15 (DS: ± 8,29), del VAS di 0,54 (DS: ± 0,55), la differenza di Constant score rispetto alla controlaterale di 7,00 (DS: ± 7,37) e infine il UCLA score ha registrato una media di 27.95 (DS: ± 3,71). Complicanze post-operatorie sono state osservate in 3 pazienti di cui 1 pseudoartrosi e 1 necrosi avascolare.
Discussione. Il nostro studio suggerisce che un fissatore esterno dedicato potrebbe essere un’opzione valida per la fissazione di fratture dell’omero prossimale. Sono necessari studi randomizzati e controllati con un numero maggiore di pazienti ed un follow-up più lungo per confermare questi risultati.