Il trattamento delle fratture da fragilità, e in particolare nel femore, è di solito un importante problema chirurgico, a causa della scarsa qualità e dell’alterata risposta biomeccanica dell’osso. Considerato questo particolare background, la chirurgia ha lo scopo di evitare ulteriori danni, ripristinare l’articolarità dell’anca, consentire una rapida mobilizzazione e un precoce recupero funzionale. La tecnica chirurgica e la scelta dell’impianto dipendono principalmente dalla morfologia della frattura. Pertanto, una valutazione esatta della frattura è di fondamentale importanza per ottenere un buon risultato clinico. Il trattamento delle fratture dell’estremo prossimale di femore con sostituzione protesica è sicuramente la prima scelta nei pazienti anziani in caso di fratture intracapsulari scomposte, intracapsulari composte con posterior tilt > 20° e in alcuni casi di fratture extracapsulari instabili. La scelta di usare una protesi totale in luogo di un emi-artroprotesi è legata alle più alte richieste funzionali di alcuni anziani. Eseguire questi interventi con approcci anteriori mini-invasivi intermuscolari porta a risultati funzionali migliori e minor rischio di lussazioni. Nei pazienti con disturbi neuro-motori l’utilizzo di impianti con cotile a doppia motilità andrebbe preso in considerazione.