Introduzione. L’invecchiamento della popolazione HIV-positiva e gli effetti della terapia antiretrovirale sulla massa ossea potrebbero incrementare il rischio delle fratture di femore prossimale nei pazienti sieropositivi. Scopo di questo studio è stabilire se tali fratture siano più soggette a complicanze postoperatorie a breve termine rispetto a fratture analoghe che si verifichino in pazienti HIV-negativi.
Materiali e metodi. Sono stati arruolati nello studio 25 pazienti sieropositivi con fratture di femore prossimale. Ciascun paziente è stato appaiato ad un paziente HIV-negativo con analoga frattura, in base a genere, età, CCI modificato, classificazione della frattura, trattamento chirurgico e intervallo di tempo tra frattura ed intervento. Per ciascun gruppo sono stati confrontati durata di degenza, tempo chirurgico, risultati clinici e complicanze chirurgiche e mediche a breve termine, per determinare l’eventuale influenza della sieropositività sui risultati.
Risultati. Al follow-up di tre mesi non sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra i due gruppi di studio in termini di tempi di degenza, punteggio HHS e numero totale di complicanze precoci. Ciononostante, nel gruppo dei pazienti HIV-positivi è stato osservato un aumento statisticamente significativo delle IVU e dei tempi chirurgici per l’osteosintesi con placca e viti. I peggiori risultati postoperatori sono stati riscontrati nei pazienti che non hanno aderito adeguatamente al protocollo terapeutico per l’HIV.
Conclusioni. Questo studio non ha evidenziato alcun incremento statisticamente significativo delle complicanze a breve termine o risultati clinici peggiori per le fratture di femore prossimale nei pazienti HIV-positivi. Tuttavia gli Autori sottolineano l’importanza della stretta aderenza alla terapia antiretrovirale nel postoperatorio.