“La mia gamba resti pure martoriata e menomata; peggio per lei, io vado in montagna e lei deve seguirmi”. Se Carlo Mauri, noto alpinista ed esploratore di Lecco, non avesse avuto questa dichiarata tenacia – diremmo quasi sfrontatezza – di rincorrere al di là di ogni ostacolo la sua passione e il suo istinto d’avventura, la metodica di Ilizarov sarebbe arrivata chissà quando nelle nostre sale operatorie, blindata com’era nella Russia del regime comunista. E, soprattutto, l’ortopedia italiana non avrebbe avuto quel ruolo di preminenza sul piano divulgativo che buona parte del mondo occidentale ha dovuto riconoscerle.