Introduzione
Il sovrappeso corporeo è un fattore di rischio dell’osteoartrosi e ne favorisce l’insorgenza e la maggiore evoluzione. Tale responsabilità è in parte dovuta al sovraccarico biodinamico, ma in parte anche all’azione lesiva delle adipochine, prodotte dagli adipociti, che svolgono diverse attività biologiche sui tessuti osteoarticolari e vengono definite il “link metabolico” che lega l’obesità all’osteoartrosi.
Metodi
Questo studio, randomizzato, prospettico, in aperto, è stato condotto su 30 soggetti di sesso in prevalenza femminile di età compresa tra 41 e 79 anni (media 65,3), affetti da osteoartrosi del ginocchio di grado lieve-moderato radiologicamente accertata. I pazienti arruolati erano in sovrappeso ma non obesi (BMI compreso fra 25 e 29,9), mediamente attivi, con abitudini alimentari nell’ambito della norma.
Sono stati messi a confronto due trattamenti, proseguiti per 90 giorni:
• gruppo A: trattamento a base di Reumapond® (associazione di glucosamina, condroitinsolfato, collagene nativo di tipo II associato a Beanblock®, un estratto secco di Phaseolus vulgaris, titolato in faseolamina);
• gruppo B: trattamento a base di Reumilase SD® (glucosamina, condroitinsolfato, collagene nativo di tipo II).
Valutazioni cliniche e funzionali sono state effettuate ai giorni 0, 30, 60 e al termine dello studio.
Risultati
Entrambi i trattamenti sono risultati efficaci nell’approccio all’artrosi del ginocchio, con miglioramento del punteggio WOMAC totale e dei singoli parametri considerati (dolore, rigidità, funzionalità), miglioramento allo step test, minore ricorso ad analgesici. Il gruppo trattato anche con Beanblock® ha ottenuto una evidente riduzione ponderale – e parallelamente del BMI e della circonferenza addominale – ritenuta clinicamente significativa in termini di protezione dall’evoluzione verso l’artrosi.
Conclusioni
Un trattamento contro l’osteoartrosi dovrebbe includere abitualmente un intervento destinato a indurre il calo ponderale. L’impiego di Reumapond® consente di controllare il peso corporeo e il BMI in misura soddisfacente e tale da ridurre considerevolmente il rischio di evoluzione artrosica, consentendo nel contempo un significativo miglioramento clinico e funzionale.