L’osteosintesi delle fratture dell’omero prossimale presenta gradi diversi di difficoltà in relazione al tipo di frattura e alla qualità dell’osso. L’incidenza di complicanze è maggiore nelle fratture più complesse e nei pazienti anziani con osteoporosi, ma è anche influenzata dal livello di esperienza del chirurgo. Negli interventi a cielo aperto è necessario ricercare una riduzione quanto più anatomica possibile e una fissazione stabile della frattura, ma allo stesso tempo bisogna evitare dissezioni troppo estese dei tessuti molli e la devascolarizzazione dei frammenti ossei. Si possono distinguere complicanze correlate al processo di guarigione (viziosa consolidazione, pseudoartrosi e necrosi avascolare della testa omerale), complicanze correlate ai mezzi di osteosintesi (mobilizzazione, rottura, malposizionamento, cut-out e procidenza articolare) e complicanze varie (infezioni chirurgiche, lesioni vascolo-nervose e ossificazioni eterotopiche). Le ripercussioni anatomo-cliniche di queste complicanze sono molto variabili e condizionano l’approccio terapeutico, che dovrà essere attentamente pianificato in relazione al rapporto rischio-beneficio individuale.